Thirty Seconds to Mars- Recensione America
Ultimamente i Thirty Seconds to Mars mi hanno dato molti motivi per parlare di loro, nel bene e nel male. Così finalmente siamo arrivati all'uscita del tanto atteso album America.
L'album è totalmente incentrato, appunto, sull'America. Così anche nella copertina è stata messa una immagine che rappresenta 6 nomi americani.
Insomma già dall'aspetto esso non colpisce per la sua bellezza.
Partendo con l'ascolto per le prime 4 canzoni non sentiamo nulla di nuovo, in quanto si susseguono i singoli già rilasciati in precedenza. Di questi ho parlato in modo approfondito di Rescue Me a questo link e anche di One Track Mind (brano in cui compare A$AP Rocky), come potete leggere qui.A seguire possiamo sentire tutti i nuovi pezzi, dove troviamo l'immancabile brano "strumentale" (anche se ha ben poco di strumenti veri e non prodotti da un computer) Monolith, che anche essendo molto corto fa percepire una ripetizione ben poco piacevole.
Più avanti troviamo anche una collaborazione con la pop-star Halsey che duetta insieme a Jared in Love Is Madness.
Dopo di questi l'album si disperde in distese di cori, synth e drum machine. Fino ad arrivare a Remedy, nella quale troviamo la piccola sorpresa di avere come cantante Shannon, su una base costituita solamente da una chitarra acustica. Infatti è il brano più apprezzato dai puristi che apprezzano lo strumento acustico oppure a chi fa piacere vedere che effettivamente Shannon ha preso parte alla realizzazione di almeno un brano dell'intero cd. Visto che in tutte le altre canzoni la base è costituita sempre da una drum machine fatta da produttori.
Infatti, rispetto agli altri, questo è l'album nel quale sentiamo di meno i Thirty Seconds to Mars.
Tutte le canzoni sono state fatte da un produttore. Anzi, in realtà hanno messo mano al cd ben 9 produttori: Steve Aiello, Mile Elizondo, Heavy Mellow, Zedd, Killa Graham, Robopop, Jamie Schefman, Yellow Claw, Tommy English.Riguardo i testi, il cantante Jared Leto aveva preannunciato che avrebbe parlato molto dell'America e del suo stato politico. Infatti più volte ha espresso la sua opposizione a Trump riguardo l'immigrazione. L'idea era molto buona, però eseguita male. Infatti tutti i testi parlano dei soliti argomenti cari al frontman: lotta, vittoria e amore. E non si percepisce minimamente che dietro ci sia una critica o un qualche significato. I testi sono semplicemente il tritume delle solite frasi da sempre inneggiate nelle sue canzoni.
Ormai questa sembra proprio la prova definitiva che Jared Leto ha perso la creatività che lo contraddistingueva, o quanto meno la voglia.
Proprio per questo, nonostante tutto il lavoro svolto da più persone che si cela dietro l'album. America non lascia niente alla fine di un ascolto completo, se non quello di una opera molto, molto mediocre, da sentire come sottofondo anche piacevole, ma non da ascoltare.Si intuisce che voleva proporre una certa varietà di generi nei brani, strizzando un po l'occhio a vari stili diversi, dalla trap alla musica pop fallendo miseramente.
L'unica cosa che alla fine si percepisce synth, drum machine, effetti sulla voce e cori.
In conclusione io sono molto deluso dai Thirty Seconds to Mars.
Non per il loro cambio di stile rispetto agli album passati, ma proprio per aver fallito nel farlo.America sembra molto una opera che doveva essere volutamente commerciale, con collaborazioni e uno stile studiato a tavolino per fare un ultimo album col botto. Peccato che hanno fallito anche in questo. Si percepisce che è un'opera forzata, non guidata da una creatività o da una voglia di creare o dire qualcosa di unico.
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