A Quiet Place recensione- Il silenzio che stordisce

John Krasinski nel suo terzo lavoro da regista (lo abbiamo visto nel 2008 con Brief Interviews with Hideous Men e poi nel 2016 con The Hollars) offre una prova di maturità con una storia di famiglia in chiave horror/thriller che sfrutta il silenzio per fare più rumore.

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 E' uscito il 5 aprile il film A Quiet Place- Un posto tranquillo, dove possiamo notare l'estrema bravura di John Krasinski sia in veste di attore che regista, accompagnato da sua moglie Emily Blunt.
Nella pellicola seguiamo le vicende degli Abbott e dei loro figli. Li vediamo camminare scalzi dentro un supermercato abbandonato e lungo la via del ritorno a casa, lontano dalla città. Sono rimasti in pochi nella loro zona e devono stare attenti a non fare alcun rumore, o le terribili creature che hanno invaso il nostro pianeta li individueranno in un attimo e per loro sarà la fine. Per 472 giorni sopravvivono, sfruttando il linguaggio dei segni che conoscono bene, perché la figlia maggiore è sordomuta. Però non fare rumore diventa sempre più difficile.

Krasinski regista sa che il silenzio può parlare molto più forte di un accumulo di suoni, creando così una atmosfera in cui ogni variazione fa una differenza mostruosa. Il risultato è un racconto tesissimo dove tutto ciò che normalmente sullo schermo si tradurrebbe in scene madri, urla, conflitti qui è costretto a passare attraverso sguardi, dettagli e gesti.

L'isolamento degli Abbott è racchiuso tra paura incessante e necessario coraggio, divenuti ormai una condizione quotidiana. Il tutto unito alla gestione e crescita dei figli , alle faccende casalinghe e alla semplice sopravvivenza, senza poter mai parlare e quindi dare spiegazioni esaustive. 

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Così nella stessa sala del cinema regna il silenzio per tutta la durata del film, con ogni singolo spettatore che non riesce a distogliere lo sguardo ed è totalmente coinvolto nella visione. Infatti proprio l'assenza di dialoghi non è un punto debole del film, bensì la sua forza.

Non risulta mai pesante ma anzi, più i minuti passano, più si è immersi.

C'è da fare i complimenti alla regia, alla colonna sonora, che non è invadente e si tiene su toni bassi, crescendo solo nei giusti momenti, e soprattutto alle performance degli attori. 
Non ho trovato infatti nessun tipo di errore riguardanti le doti recitative che si trovano nel film. Sia riguardo i figli degli Abbott, che risultano sempre credibili nella loro posizione di insicurezza, rabbia o paura, sia nei genitori. John Krasinski ed Emily Blunt dimostrano una stupenda bravura e ci danno una performance ottima. Il potersi esprimere soltanto con gesti, sguardi, urla e pianti soffocati, dimostra una bravura fuori dal comune.

John Krasinski anche essendo nuovo nel genere horror/thriller, fa un ottimo lavoro anche come regista. Giocando sul fatto che generalmente il silenzio è sinonimo di pace, di quiete e spensieratezza. Qui invece è totalmente l'opposto, ottenendo un risultato fantastico. Questo contrasto si evince già dal titolo, che è quasi irrisorio.
Inoltre in un genere come l'horror, nel quale di recente, tra sequel, remake e sfruttamenti intensivi di concetti basilari, è difficile trovare delle idee originali o almeno stimolanti, A Quiet Place sembra avere uno spunto curioso. Partendo proprio da una idea tanto semplice quanto eccezionale, messa in atto in modo impeccabile.

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